Perchè

1.È IL PRIMO DOCUMENTARIO CHE SI PROPONE DI RACCONTARE LA PEDAGOGIA DEL BOSCO IN ITALIA.

In Italia non c’è ancora un film che porta sugli schermi la pedagogia del bosco, sentiamo l’esigenza di mostrarla e raccontarla.

2.QUA LE VOCI CHE SENTIREMO SONO SOLO QUELLE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE.

Un film che pone le persone piccole al centro della narrazione, le rende protagoniste in maniera diretta e senza interferenze o mediazioni. Non ci soffermeremo a raccontare cosa sia questa pedagogia con una narrazione accademica e didascalica. Riteniamo che mostrare l’esperienza sia la modalità più efficace per rivelare cosa vuol dire crescere e per ricordarci cosa vuol dire essere bambine e bambini.

3.PER ESPLORARE NUOVE REALTÀ EDUCATIVE RIVOLUZIONARIE CHE COINVOLGONO L’INTERA ESISTENZA DI TUTTE NOI.

Sentiamo l’urgenza di diffondere e condividere una nuova possibilità educativa che metta al centro ogni singolo essere vivente, che dà alla persona, di qualsiasi età, fiducia, rispetto e sostegno. Il rischio che vediamo nell’approccio educativo fino ad oggi riconosciuto è quello di far crescere persone che da adulte saranno insicure, poco autonome, scollegate da sè stesse e i propri bisogni, poco interessate a mettersi in discussione e ad aprirsi al nuovo, legate al dovere e non alla possibilità. Questo approccio pedagogico è un’esperienza che va aldilà della ricerca pedagogica e che non riguarda solamente un ambito lavorativo o professionale, ma coinvolge l’intera esistenza di tutti noi.

4.AMBIENTE, ESSERE UMANO E LA LORO RELAZIONE SONO TEMI DIBATTUTI IN QUEST’EPOCA.

In questo periodo storico, è sempre più evidente un interesse crescente e diffuso verso una ricerca di connessione diversa, ormai persa, tra l’essere umano, la terra e le altre creature.

5.OGNI PERSONA PUÒ TROVARE SPUNTI INTERESSANTI.

Crediamo fortemente che questo documentario porti qualcosa di interessante per ciascuno e ciascuna di noi poiché mostra un modo diverso di vedere e vivere l’infanzia, la sua bellezza e maestosità, che chiama a riflessioni profonde da ogni punto di vista: spunti e stimoli sulla genitorialità, sugli apprendimenti spontanei, sul ruolo delle persone adulte e la loro postura educativa, sulle competenze innate dell’essere umano; sul mondo selvatico come ambiente in cui allenare se stesse (sensi, sviluppo motorio, relazioni) e che ci avvicina alle paure più ancestrali, offrendoci strumenti per guardarle e soprattutto superarle.

Image

COSA VEDREMO?

Il film presenta quei momenti testimoniati; le vite e i luoghi si mescolano e danzano per annunciare possibilità diverse di crescere, imparare, accompagnare, educare, vivere. Ciò che vediamo è spontaneo; i giochi, le situazioni, le risposte, le riprese, niente è costruito, è solo l’accaduto. Le giustapposizioni ci permettono di fluttuare tra le somiglianze e le peculiarità dei progetti, e delle vite che li rendono possibili in Italia. Brevi dialoghi e accenni di momenti si intervallano a parentesi più ariose. I frammenti di quell’accaduto si dilatano e ci consentono di entrare dentro i processi e le trasformazioni, come rispondere alle situazioni, di osservare come potrebbero vivere le loro giornate, le persone piccole, se avessero possibilità di approfondire le loro curiosità, le loro emozioni, le loro relazioni. Se fossero accompagnate nel farlo. Vi è un altro protagonista, tutto ciò che è più che umano e che rende la vita possibile: il fuori. Progettato. Costruito. Spontaneo. Selvatico. Accenni di vite non umane si mescolano e danno il ritmo alla narrazione. Sono radice di quell’esistere. Il fuori viene ripreso attraversato dall’essere umano ma spesso viene mostrato nella sua essenza. Talvolta riusciamo a percepire quelle voci soffuse che non hanno bisogno di parole e rumori antropici per essere udite. Quel fuori è parte di noi. Solo la presenza di chi accompagna la macchina da ripresa si inserisce nello spazio stesso e ci permette di scorgere la sua ampiezza e i suoi dettagli. Possiamo osservare chi lo abita per tutta la sua esistenza, in ogni rotazione della terra, e cosa l'essere umano lascia in sua custodia giorno e notte. Quel fuori è dentro ogni situazione, ogni relazione, ogni scelta di chi accompagna. Un fuori che ci permette di incontrare l’inaspettato, così come lo è la vita. Il film diventa un breve e circoscritto sguardo che apre finestre di riflessione su cosa vuol dire crescere, COME QUANDO FUORI PUOI.

Image

COME ABBIAMO GIRATO IL FILM?

La pedagogia del bosco si descrive come una cornice di senso che crea finestre di riflessione su temi sostanziali dell’educazione come la relazione con l’ambiente, il rispetto delle persone, anche delle più piccole, delle proprie competenze e dei propri bisogni, tra cui la necessità di apprendere dalla vita quotidiana e dalla sua complessità contemporanea. Educĕre, tirar fuori. Niente deve essere formato, basta farlo fluire. Se come il fiume la crescita scorre libera nel suo percorso, chi riprende non può che mettersi al servizio di ciò che accade ed emerge senza giudizio, aspettative o programmazioni. Ciò che si vede è l’esperienza di chi sta dietro la camera, i momenti di quella persona che tenta di essere attenta, silenziosa, presente. Entra in relazione se chiamata. Alle domande pone domande, per capire, e annuisce spesso senza commentare, mostrando attenzione. Succede che il suo compito venga meno, anche con dispiacere, per godersi il momento presente, cogliendo inviti. Altre volte decide di lasciare autonomia alla camera e lei diventa soggetto ripreso. Possiamo scorgere parti del suo corpo, i suoi movimenti, ascoltare il suo respiro.

Così quella finestra a cui rivolgiamo lo sguardo si mostra talvolta mossa, imprecisa, ampia o puntigliosa rivelando finezze del momento mentre il tempo scorre e la vita accade; pure la vita di chi ha tutto da scoprire.

Image

DOVE E QUANDO?

Il film racconta le esperienze di vita quotidiana di tre progetti educativi di pedagogia del bosco presenti in 3 regioni (Veneto, Toscana e Puglia).

La scelta è ricaduta su queste realtà in quanto ci permettono di mostrare come questo approccio pedagogico sia presente su tutto il territorio nazionale, da sud a nord, e che si può attuare in ambienti naturali diversi, mettendo in risalto come, la varietà degli ambienti naturali presenti sul territorio, chiami ad una risposta identitaria pertinente al contesto in cui questi prendono forma.

Le riprese sono state svolte tra settembre e giugno 2024 , raccontando il passare del tempo nella vita delle persone grandi e piccole, la mutevolezza delle stagioni e la conseguente necessità di cambiamento che questo comporta.

Image